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Il primo giovedì di luglio, per il mondo letterario- e culturale in generale- italiano significa Premio Strega. È proprio nella tarda serata di questo giorno, infatti, che il Ninfeo del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma, diventa l’incantevole e caldissimo scenario in cui viene assegnato il premio per il miglior romanzo dell’anno, secondo una procedura di segnalazioni e votazioni, che dura alcuni mesi, a opera dei giurati conosciuti come “gli amici della domenica”. 

Il più importante premio letterario italiano è giunto nel 2023 alla sua 77esima edizione– il primo a vincerlo fu Il tempo di uccidere di Ennio Flaiano, nel 1946- ed è diventato, nel corso degli anni, momento di consacrazione per autori già noti e celebrati o di lancio per scrittori al debutto, di sorprese con gli outsider e di rivelazioni inattese, e occasione di scontro su famigerate dinamiche di assegnazione che vedrebbero i grossi gruppi editoriali alternare i loro autori nei tradizionali festeggiamenti con il liquore da cui il premio prende il nome. 

In attesa di scoprire, stasera, chi sarà il vincitore 2023, ho colto l’occasione per raccontare di alcuni bestseller dagli anni Ottanta in poi- non tutti italiani e solo un paio legati al Premio Strega- che sono diventati dei casi mediatici, o di passaparola, prima di essere scoperti dal pubblico e diventare successi di vendite.

 

  • I versi satanici, Salman Rushdie (1988)- Un romanzo complesso di un autore sofisticato che, probabilmente, non avrebbe avuto il successo che ha avuto- nell’immediato e nel corso degli anni- se non fosse stato per l’involontaria pubblicità di un capo religioso. È l’inizio del 1989, e lo scrittore pakistano Salman Rushdie fa pubblicare I versi satanici, romanzo che alterna il racconto delle vicende di due musulmani indiani e la rilettura di alcuni aspetti della cultura islamica, tra cui una rivisitazione dell’episodio dell’ispirazione di Maometto. Tanto basta all’ayatollah Khomeyni, leader di maggior peso del mondo islamico, per lanciare- il 14 febbraio 1989- una fatwa sull’autore, una condanna a morte estesa anche a tutte le persone impegnate nella realizzazione e pubblicazione del libro. Le conseguenze sono enormi: in Inghilterra, dove il libro è già sugli scaffali, viene ritirato- dopo che ne sono state pubblicamente bruciate delle copie- e l’autore viene messo sotto protezione; pubblicazione annullata negli Stati Uniti, in Germania e in Francia. Mondadori, editore per il mercato italiano, decide di proseguire– non senza forti contrasti interni- sia per una differente situazione politica (in Italia le minoranze islamiche sono molto meno radicalizzate) sia per difendere la libertà di stampa. Alla fine, I versi satanici arriva in libreria: la prima tiratura va esaurita nel giorno di uscita e non si riesce a star dietro alle ristampe, decisamente impreviste per un romanzo di quel tipo. 

 

  • Il fuggiasco, Massimo Carlotto (1995)- Massimo Carlotto, uno dei più apprezzati autori di noir a livello europeo, debutta come scrittore nel 1995 con Il fuggiasco, romanzo ispirato alla sua latitanza. Carlotto, infatti, è stato protagonista di una delle più lunghe e complesse vicende giudiziarie italiane: quando ha solo 19 anni, l’allora militante di Lotta Continua viene accusato dell’omicidio con 59 coltellate di una conoscente di 24 anni, Margherita Magello. Carlotto, che si era presentato dai carabinieri come testimone- è lui che ha trovato il cadavere attratto dalle grida della ragazza mentre passava davanti la sua casa- diventa immediatamente il principale sospettato. Assolto per insufficienza di prove in primo grado e condannato a 18 anni in secondo grado: prima della condanna definitiva, fugge. Inizia qui una latitanza tra Francia, Spagna e Messico durata tre anni, che si conclude nel 1985: da quel momento, inizierà una lunga fase di revisioni processuali, mobilitazioni, condanne e infine la grazia- a opera di Oscar Luigi Scalfaro, nel 1993, che ha estinto i 10 anni di detenzione residui ma non ha annullato la pena- e la riabilitazione nel 2004. Il fuggiasco è stato il primo di una lunga serie di successi per lo scrittore, ed è divenuto un film nel 2003.

 

  • Gomorra, Roberto Saviano (2006)- Come nel caso di Rushdie, anche per Gomorra– opera prima dell’allora ventottenne Roberto Saviano– un peso notevole sulla notorietà dell’opera verrà svolto da elementi del tutto estranei alle dinamiche di marketing e più vicini alla cronaca. Da tempo impegnato nel racconto- anche su Nuovi Argomenti, rivista della stessa Mondadori che pubblicherà Gomorra– del sistema e degli affari della camorra, Saviano ha uno stile che mescola in modo esplosivo il resoconto puntuale del giornalista alla indignazione dell’intellettuale al fascino che la criminalità è in grado di esercitare su molte persone, narrato con doti da scrittore non comuni. Gomorra, pubblicato all’inizio del 2007, viene supportato dall’editore, presentato al Salone del Libro di Torino, ben recensito e con un buon successo di vendita- qualche decina di migliaia di copie- per un’opera di quel tipo. Il successo clamoroso, però, arriva qualche mese dopo, in maniera drammatica ma drammaticamente affine al tema del romanzo: il 15 agosto a Duisburg, in Germania, sei giovani affiliati a un’associazione criminale calabrese vengono uccisi da alcuni rivali, in una strage che ha eco enorme sulla stampa tedesca e che porta Gomorra in cima alle classifiche di vendita nel paese. Immediatamente, il fenomeno Gomorra esplode anche da noi, e il resto è storia: oltre 2 milioni di copie vendute in Italia e 10 milioni in tutto il mondo per un libro che ha ispirato un film e una serie capolavoro venduta in oltre 50 paesi. 

 

  • La profezia dell’armadillo, Zerocalcare (2011)- Più che un caso mediatico, il successo di Zerocalcare– pseudonimo del fumettista romano di origine francese Michele Rech- viene dal passaparola, dall’impegno politico e dalla circolazione delle sue opere nell’ambiente dei centri sociali della Capitale. Dopo anni di racconti a fumetti, locandine e manifesti per concerti e copertine per album punkrock- oltre a collaborazioni con magazine come Liberazione e la Repubblica XL-, nel 2011 viene pubblicato La profezia dell’armadillo, il suo primo albo a fumetti.  Prodotto dal disegnatore Makkox, La profezia dell’armadillo è un successo clamoroso: cinque ristampe e 200mila copie vendute- per un autore che alla fine del 2019 aveva raggiunto il milione di copie-, e la nascita di un fenomeno collettivo. Nel corso degli anni, infatti, per Zerocalcare arriveranno, oltre alle pubblicazioni, un film– tratto proprio dalla sua opera prima-, due serie per Netflix, due mostre– una al MaXXI di Roma e una alla Fabbrica del Vapore di Milano-, numerose collaborazioni, riconoscimenti e premi. E a proposito di Premio Strega, nel 2015, con Dimentica il mio nome, arriva secondo al Premio Strega Giovani e rientra tra i dodici finalisti, quelli da cui esce la celebre “cinquina” che si sfida a Valle Giulia: è la prima volta per una graphic novel.

 

  • La scuola cattolica, Edoardo Albinati (2016)- Unico finalista del Premio Strega, e vincitore, nel 2016, La scuola cattolica di Edoardo Albinati è un’opera poderosa- oltre 1200 pagine- che prende spunto dalla cronaca e sulla cronaca ha riportato una dolorosa vicenda del recente passato. Splendida commistione di romanzo, memoir e resoconto giornalistico, La scuola cattolica è la complessa ricostruzione– ricca di dettagli, personaggi, storie, ricordi, emozioni- dell’adolescenza dello stesso scrittore e delle vicende che portarono al massacro del Circeo del settembre 1975. Senza affrontare direttamente l’episodio, che non costituisce il fulcro del romanzo, Albinati ricostruisce il clima sociale e politico in cui crescono Andrea Ghira, Angelo Izzo e Gianni Guido, condannati per rapimento e omicidio e suoi ex compagni di scuola. Potente, complesso, evocativo, La scuola cattolica ha fornito una nuova occasione per raccontare una vicenda scioccante all’epoca dei fatti tanto quanto lo è oggi per chi, più giovane, non la conosceva e ha avuto modo di approfondirla, anche grazie al film del 2021 tratto dal libro.